23 agosto 2023, a cura di Francesco Rigodanza
Come ci si allena per l’Ultra Trail del Monte Bianco, o meglio l’UTMB? Come ci si prepara al meglio per correre i 170 km e 10.000 metri di dislivello che circondano il Monte Bianco?
Correndo tanto. Facile, no? Alla fine, il fascino degli sport di endurance, come l’Ultratrail, risiede nella apparente meritocrazia a discapito del talento. Più ti alleni, più andrai forte. Più hai la testa dura e una forza di volontà granitica, più dominerai le competizioni.
Sembra facile. Non lo è. Perché per poter essere tra i migliori al mondo bisogna allenarsi 20-30 ore a settimana, soprattutto nei mesi precedenti al grande appuntamento. No, non è facile. Se lo si fa solo per il risultato, la testa si stuferà fino ad avere la nausea della corsa. Se lo si fa solo per le endorfine da “dare tutto”, presto gli infortuni metteranno il limite che il cuore non vuole rispettare. Se lo si fa per essere magri, ci si troverà a non avere più muscoli buoni per reggere tutti quei chilometri.
Roberto Mastrotto e Alessio Zambon tra pochi giorni correranno l’UTMB. Per farlo hanno corso tantissimo. E per correre tantissimo hanno utilizzato una strategia ideata da Alessio, e già collaudata: rendere tanti di questi chilometri divertenti.
La prima settimana di agosto, un appartamento a Neustift in Stubai, in Tirolo, è stato preso d’assalto da sette uomini pieni di quadricipiti e scarpe da corsa: Roberto, Alessio e cinque loro amici. Tecnicamente un periodo di allenamento intensivo in preparazione alla cento miglia più importante al mondo, in pratica una vacanza tra amici in cui per un momento si torna con la leggerezza e la spensieratezza di una gita di terza media.
Hanno corso tanto. Davvero tanto. Ogni giorno dalle quattro alle nove ore. Per posti nuovi, sconosciuti, prendendo neve, insolazioni e qualche rimprovero in tedesco perché andavano troppo di fretta. Ore affrontate con la dovuta calma alternate a tratti dalla notevole foga agonistica, perché se un amico è in difficoltà bisogna infierire sempre e prendere in giro pure peggio. Che poi in tutte quelle ore vorrai mica parlare di tutto, soprattutto quando si è troppo cotti per tenersi dentro le cotte. Come stai? Cosa senti? Cosa ti agita? Cosa posso imparare?
Se c’è un immaginario tipico della vita da atleta si potrebbe pensare che la sera si dovrebbe fare cena “sana”, stretching e via a nanna presto. Invece a Stubai mangiavano tante caramelle, giocavano a giochi in scatola e poi via birre e battute fino a tarda notte.
Serve anche quello per fare tanti chilometri. Serve andare a letto sorridenti aspettando un altro giorno a zonzo per le Alpi.
Roberto voleva correre tanto e farlo con calma, sicuro di sé. Alessio voleva correre tanto e farlo stando bene. Hanno corso 300 km e 15.000 metri di dislivello in due settimane. Stanno benissimo.
Correre tanto è difficile, renderlo divertente è difficile, ma se ci si riesce poi diventa tutto troppo facile.
Roberto e Alessio arriveranno alla partenza di Chamonix carichi di chilometri, sogni e aspettative. Chi li ha visti da vicino giura che sono la versione migliore di sé. Potrebbe andare tutto male, anzi sicuramente qualcosa andrà male, è il bello di questo sport. La speranza è che nei momenti in cui questo avverrà, pensino a qualche traverso imprecabile delle valli Tirolesi, si mettano a ridere, e ripartano più forte di prima.
© photo: Francesco Zigliotto