Impara

Impara

31 agosto 2023, a cura di Francesco Rigodanza

Alessio ha deciso di correre UTMB al 110° km dell’ultimo UTMB. Lo ha deciso mentre lentamente camminava verso il ristoro di La Fouly per comunicare il proprio ritiro. Mancavano 58 km al traguardo. Ci teneva tanto, e invece, come a Cortina, alla LUT di qualche mese prima, i suoi obbiettivi sono stati convertiti in DNF, sogni infranti e qualche giorno di giustificato malumore.

Alessio vuole tornare a Chamonix perché non accetta di non imparare qualcosa dai propri fallimenti, soprattutto quelli più fragorosi, quelli a cui teneva di più, deve trovarci un senso, un motivo, una soluzione al problema che lo porterà a conquistare quella linea del traguardo che tanto significa. Non è facile, una gara così lunga ha mille variabili, è un’equazione matematica troppo complessa da risolvere in breve tempo. Si rischia di focalizzarsi sulle piccole cose, i “marginal gains”, tralasciando ciò che conta davvero.

La fortuna di Alessio è che sono anni che si focalizza sulle piccole cose per dare un senso ai suoi fallimenti senza che queste evitino di fargli lanciare sassi nei torrenti per sfogare la rabbia di una gara andata male. La fortuna di Alessio è che questi possibili “marginal gains” li ha quasi terminati tutti e ora gli rimangono da cambiare solo le così importanti davvero: allenarsi bene, ansia, ansia di allenarsi bene.

Alessio si allena molto, ci tiene tanto alla corsa e ci investe moltissimo tempo. A volte troppo. Per troppi anni ha fatto l’errore di stancarsi invece di allenarsi, per troppo tempo è arrivato a fine stagione stufo di correre. In uno sport basato sul fare tanta fatica, esser stufi di fare fatica è un pessimo segnale. Potrebbe allenarsi meglio, aveva anche un allenatore apposta, ma gli piaceva pensare di essere in grado di capire da solo cosa fosse meglio per lui, lo diceva convinto, e dopo dieci minuti eccolo a farsi prendere dall’ansia di non allenarsi abbastanza e partire per farsi due ore di monti solo per sentirsi meno in colpa. Ma il senso di colpa non deve correre le gare.

Alessio ci tiene tanto alla corsa. A volte troppo. L’ha spesso usata come sfogo per altro, come compensazione delle proprie insicurezze. “Running is my therapy”. Ma poi si trovava alle porte di quelle gare così tanto importanti per lui e il teatrino andava in pezzi. “No, ma sono tranquillissimo!” e invece generico mal di pancia. “Non sto pensando tanto alla gara!” e invece contratture muscolari sparse. “C’è una minima cosa che non sta andando come mi aspettavo!” e via di ritiro triste stile 110°km di UTMB. Era solo ansia che voleva farsi ascoltare. È una bella fregatura fare uno sport che ti fa scavare così tanto nel profondo che certe cose non puoi non ascoltarle.

Alessio nel 2023 ha un nuovo allenatore che ha deciso di ascoltare e a cui lasciare un po’ il controllo dei propri allenamenti. Fare quello che serve, allenarsi, a volte anche riposare e smettere di far correre il senso di colpa al posto proprio. Alessio ha sostituito “running is my therapy” con “therapy is my therapy”, ha smesso di affogare l’ansia nei fermenti lattici e ha iniziato ad ascoltarla, sentendo che gli dice, partendo dall’ammettere a stesso che certe cose sono importanti per lui, ed è bello così, e altre invece non sono proprio sua responsabilità, ed è un sollievo così. 

Alessio quest’anno ha messo da parte le piccole cose e si è buttato sui “big gains”, quelli difficili. Ancora si allena male a volte, ancora si fa prendere dall’ansia. Sono cambi grossi, richiedono tempo e perfezionamento. Ma almeno ne è consapevole e questo lo ha fatto diventare un atleta migliore del sé stesso dell’anno scorso.

Alessio a giugno ha concluso la Lavaredo Ultratrail in 14h27, in 15° posizione e ne era molto felice.

Tra pochi giorni correrà UTMB, quello che è finito triste l’anno scorso 58 km prima del previsto. Sa cosa lo aspetta, sa in cosa è migliore, sa che è una cosa molto importante e sa che non deve mentire a sé stesso su tutte queste cose.

Arriverà? Non arriverà? Sarà felice? Soddisfatto? Quanto ci metterà? 

È una gara da 170 km e può succedere di tutto. E se rispondo in modo sincero a queste domande poi Alessio le legge e gli viene ansia.

Alessio sarà felice o imparerà qualcosa.

© photo: Francesco Zigliotto