“La montagna? È un luogo dove mi sento molto più a casa rispetto a quella vera, in città. È un posto dell’anima. A Roncobello, dice qualcuno, c’è una sorta di campo magnetico che attrae tipi strani e spinge noi a tornare lì, per un nuovo incontro con lo stupore, la meraviglia e alcuni attimi di perfezione. Qualcosa che non ti basta mai, un’overdose di bellezza che vivi e progetti per tutta settimana”

“Il mio primo ricordo, da bambino, parla del desiderio di raggiungere il punto più alto, per scoprire cosa ci fosse di là. La montagna è sempre riuscita ad assecondare il mio lato nomade e il rapporto con lei è onesto: anche se chiede qualcosa in cambio, ripaga sempre. Una passione forse egoistica, di cui a volte capisci di aver bisogno”

“Scegliendo di vivere in montagna ho fatto una scelta di libertà, soprattutto dall’idea di vivere con meno, perché è tanto quello che ha da insegnarti. Il salire in cima ad una parete che non porta a nulla, in sé, è inutile per certi versi ma fondamentale per progredire come individuo, come società. E poi è terapeutica: non sarei davvero contento senza lo stato di tranquillità e distensione in cui mi pone”

“La mia casa è l’emozione che provo in montagna. Uno stato di calma, di concentrazione e di tensione positiva, che mi permette di staccare la testa e di condividere. Non posso farne a meno, è la mia espressione artistica. Mi ha insegnato ad esser paziente e motivato e soprattutto sincero con me stesso: ti mette a nudo, oltre che alla prova”